neonato che piange

Neonato che piange? Capiamo il motivo

Un neonato che piange sta semplicemente comunicando: partiamo da questo presupposto per capire perché il neonato piange. Potrebbe avere fame, o sonno, magari ha freddo oppure ha una colica… Le motivazioni del pianto dei neonati sono molte e diverse tra loro, ma rispondono tutte, sempre, al bisogno di attirare l’attenzione dei genitori, in particolar modo (quasi sempre) della mamma.

 

Chi è genitore si è domandato sicuramente, più volte nel periodo neonatale dei suoi bambini, quale fosse il motivo del pianto del neonato. A volte capita che urla e lacrime vadano avanti per ore ogni giorno, altre volte i genitori sono più fortunati e questi episodi accadono in modo sporadico. Non esiste una norma e tantomeno una normalità, perché ogni bambino è unico e impara a comunicare a modo suo. Noi genitori invece ci somigliano molto di più: quando il piccolo piange lo coccoliamo, lo culliamo, lo cambiamo e cerchiamo di tranquillizzarlo.

 

Perché piange il neonato?

Non esistono bambini neonati che piangono e altri che non piangono: chi più chi meno, ma piangono tutti. Come dicevamo, il pianto per un neonato è il migliore e più efficace strumento di comunicazione a disposizione, insieme ai movimenti del corpo e alle espressioni del viso. Ma quali sono i motivi più frequenti che provocano il pianto del neonato?

 

Quando il neonato piange per la fame.

La pappa è il momento più atteso dai neonati, quindi è normale che cerchino di attirare l’attenzione quando il loro appetito si risveglia. Può accadere ogni due ore oppure con più frequenza, dipende dal bebè, ma l’importante è che i genitori imparino a riconoscere il pianto del bambino e la sua richiesta di latte materno: di solito il nostro piccolino gira la testa da una parte e dall’altra, apre e chiude la bocca, si tocca il viso con le manine… insomma, cerca il seno della mamma o il biberon, infine scoppia a piangere fino a che non lo accontentiamo.

 

Il neonato piange perché ha sonno.

Quando il nostro bambino ha sonno, ma non riesce ad addormentarsi, è facile che sfoghi questa frustrazione con il pianto. Il bebè che piange nella culla vuole richiamare la nostra attenzione perché, probabilmente, ha bisogno di avere accanto uno dei genitori per riuscire a rilassarsi e a dormire, o magari vuole essere cullato, o ancora c’è troppo rumore o addirittura troppo silenzio in quel momento: ogni bambino è diverso e vuole cose diverse. Magari il nostro bambino vuole dormire nel lettone con noi.

 

Un neonato che piange spesso vuole il contatto.

I neonati, lo sappiamo, scambiano e ricevono informazioni attraverso il contatto fisico. Uno dei motivi per i quali sentiremo più spesso piangere il nostro bambino è proprio questa richiesta di contatto, che si traduce in uno scambio emotivo, nutrimento per il corpo e per l’anima. Piano piano inizieremo a riconoscere il tipo di bisogno dal pianto del neonato.

 

Pianto e cambio pannolino: un classico.

Un altro motivo molto ricorrente è proprio la richiesta esplicita di cambio pannolino. La sensazione di bagnato o l’irritazione causata dalla pipì o dalla popò sono sicuramente buoni motivi per mettersi a frignare, poco ma sicuro! È normale che un genitore possa non accorgersi subito che c’è un pannolino da cambiare, e allora sarà proprio nostro figlio ad avvisarci. A proposito, ecco 4 consigli per il cambio pannolino fuori casa.

 

Caldo o freddo? Il bimbo piange.

I neonati che piangono hanno (quasi) sempre un buon motivo per farlo. La temperatura è uno di questi. Se il nostro piccolino ha troppo caldo o troppo freddo, ci comunica che è arrivato il momento di togliere la maglia o di metterne una in più. Spesso pensiamo che i bambini abbiano più freddo di noi e tendiamo a coprirli in maniera spropositata: niente di più sbagliato, soprattutto con i neonati, che hanno addosso uno strato di grasso – il cosiddetto grasso bruno, ecco in proposito un articolo interessante dal sito nostrofiglio.it – che li protegge durante il giorno e durante la nanna.

 

I problemi degli adulti fanno piangere i bambini.

Quante volte abbiamo sentito dire che i bambini assorbono come spugne quello che succede intorno a loro? Ecco, vale anche per le emozioni. Un neonato che sente i genitori litigare, che avverte tensione nell’aria, che vive in un clima di nervosismo, fa sue queste emozioni e le ributta fuori nell’unica forma di comunicazione negativa che conosce, ovvero le lacrime e i vagiti.

 

Se un neonato piange tutto il giorno dobbiamo capire il motivo.

Se il pianto di un bambino è la manifestazione di un bisogno o di un disagio, quando un neonato piange per tutto il giorno c’è qualcosa che non va. Dobbiamo così armarci di pazienza (se ci arrabbiamo peggioriamo soltanto la situazione) e capire che cosa sta succedendo. Ricordiamoci che nessuno meglio di noi genitori può riuscire a capire lo stato d’animo dei propri figli: li abbiamo generati e visti crescere, fermiamoci a pensare e con qualche associazione di idee, e un po’ di esercizio, capiremo davvero che cosa dobbiamo fare. E se proprio non sappiamo che pesci prendere, contattiamo il nostro pediatra.

 

Ricordiamoci due cose importanti: quando si parla del nostro bambino, siamo i più grandi esperti su scala mondiale, perché nessuno lo conosce meglio di noi – meglio della mamma, soprattutto. Seconda cosa, i neonati piangono, è normale, non disperiamo, spesso il pianto continuo del neonato è soltanto una fase, fa parte del suo percorso di crescita e dobbiamo affrontarla con amore e pazienza, anche se non è facile e a volte avremo la tentazione di battere la testa nel muro.

Quando un neonato piange, ci sta dicendo che qualcosa non va. Ascoltiamolo.

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